Nel panorama della prevenzione oncologica, un ruolo fondamentale è giocato dai test di screening per il tumore al colon. Si tratta di strumenti semplici, veloci e non invasivi, che possono essere effettuati comodamente tra le mura domestiche, e che consentono di individuare precocemente la presenza di anomalie sospette prima ancora che si manifestino sintomi evidenti. La diagnosi precoce offre un vantaggio decisivo: quanto prima viene individuato il tumore, tanto maggiori sono le probabilità di successo nel trattamento e di completa guarigione.
Cos’è il tumore al colon e perché è importante lo screening
Il tumore del colon-retto rappresenta una delle forme di cancro più diffuse nei paesi occidentali e può svilupparsi senza dare segni evidenti nelle fasi iniziali. Fattori di rischio riconosciuti includono l’età superiore ai 50 anni, la familiarità, una dieta ricca di grassi e povera di fibre, la sedentarietà e alcune patologie intestinali croniche. Tuttavia, anche persone senza fattori di rischio apparenti possono sviluppare questa malattia che, a livello globale, rappresenta una delle principali cause di morte per cancro.
La diagnosi anticipata, attraverso adeguate campagne di screening, permette di identificare lesioni pre-cancerose come polipi e adenomi, oltre a rilevare il cancro in fase iniziale, quando le possibilità di cura sono altissime. Diversi studi dimostrano che, quando il tumore viene identificato precocemente e trattato tempestivamente, oltre il 90% dei pazienti sopravvive a cinque anni dalla diagnosi. Al contrario, in una fase avanzata, questa percentuale si riduce drammaticamente.
Come funziona il test delle feci
La procedura si basa sulla rilevazione di sangue occulto (non visibile a occhio nudo) nelle feci, uno dei segnali più precoci e significativi dello sviluppo di polipi o neoplasie nel colon. Il test immunochimico fecale (FIT) è oggi il sistema più utilizzato, grazie alla sua elevata sensibilità e semplicità d’esecuzione. Si tratta di prelevare, tramite un apposito bastoncino fornito nel kit, un piccolo campione di feci che successivamente viene inviato o consegnato in laboratorio.
Il test ha alcuni vantaggi chiave:
In alcuni casi, i test più avanzati sono in grado di analizzare anche modifiche del DNA nelle cellule presenti nelle feci, segnalando così mutazioni associate allo sviluppo di tumore del colon-retto prima ancora che si manifestino sanguinamenti evidenti.
I principali tipi di test disponibili
All’interno dei programmi di prevenzione, sono disponibili varie tipologie di test. I più comuni sono:
- Test immunochimico fecale (FIT): rileva la presenza di sangue occulto con elevata precisione. Si suggerisce di eseguirlo annualmente o secondo le indicazioni regionali e mediche.
- Test del sangue occulto fecale al guaiaco (HSgFOBT): anch’esso ricerca il sangue occulto, ma può essere influenzato maggiormente da alcuni alimenti e farmaci. Oggi è meno utilizzato rispetto al FIT.
- Test multi-target del DNA fecale (FIT-DNA): unisce la ricerca di sangue occulto alla rilevazione di mutazioni genetiche tipiche delle cellule cancerose. È particolarmente efficace e viene consigliato ogni tre anni.
- Test molecolari avanzati come EarlyTect, che rintracciano specifici marcatori molecolari e polipi precancerosi, offrendo uno screening ancora più mirato e precoce.
Quando e a chi è consigliato il test
Le principali linee guida raccomandano di iniziare lo screening regolare per il tumore del colon già a partire dai 50 anni di età, anche in assenza di sintomi. Per alcuni gruppi a rischio, come chi ha storia familiare di tumore del colon o patologie infiammatorie croniche dell’intestino, lo screening può essere consigliato anche prima.
Le persone che presentano sangue visibile nelle feci, cambiamenti nelle abitudini intestinali persistenti, calo ponderale inspiegato o dolore addominale dovrebbero consultare il medico e non limitarsi ai test di screening, poiché questi non sostituiscono la valutazione clinica.
Istruzioni pratiche per l’esecuzione del test a casa
Ricevere il kit per il test delle feci è semplice: può essere richiesto tramite il proprio medico curante, attraverso centri di screening pubblici o, in alcune regioni, direttamente spedito a casa ogni due anni per i residenti nella fascia d’età a rischio. Il kit generalmente contiene:
- Un contenitore sterile con tappo e asticella per il prelievo del campione.
- Una bustina o provetta sigillata per inserire il campione prelevato.
- Istruzioni chiare e illustrate sulle procedure da seguire.
Il prelievo deve riguardare una piccola quantità di feci, da effettuare con attenzione secondo le istruzioni. Dopo il prelievo, la provetta va richiusa e consegnata nel più breve tempo possibile presso farmacia, centro di raccolta o spedita secondo le modalità indicate.
Cosa succede dopo il test?
L’esito è generalmente disponibile entro pochi giorni presso il proprio medico o laboratorio di riferimento. In caso di risultato negativo, il paziente può ripetere il test secondo la cadenza suggerita (di solito annuale o biennale). Se il test risulta positivo, significa che è stata rilevata una traccia di sangue e sarà necessario approfondire con una colonscopia, un esame endoscopico che permette di visualizzare direttamente la mucosa del colon e, all’occorrenza, procedere con la rimozione di polipi o il prelievo di biopsie per l’analisi microscopica.
È bene sottolineare che un test positivo non equivale automaticamente alla presenza di un tumore: anche patologie benigne come emorroidi, ragadi o infiammazioni possono causare sanguinamento occulto. Solo la colonscopia può accertare la natura del sanguinamento.
L’importanza della regolarità e della diagnosi precoce
Mantenere la regolarità nello screening è fondamentale per la prevenzione efficace. Interrompere il monitoraggio espone al rischio di diagnosi tardive, quando la malattia può essere già in fase avanzata e più difficile da trattare. Oltre al test delle feci, uno stile di vita salutare, una corretta alimentazione, attività fisica regolare e l’astensione dal fumo rappresentano i pilastri della prevenzione di tutte le forme tumorali, incluso quello del colon.
Per molti, il test delle feci rappresenta una prima barriera contro il tumore del colon, consentendo un intervento tempestivo e offrendo una concreta possibilità di salvare la vita.
Richiedere periodicamente il test e seguirne i risultati rappresenta un piccolo gesto ad alto impatto, accessibile, semplice e sicuro, che può giocare un ruolo decisivo nella lotta contro una delle principali cause di morte nel mondo occidentale.