Come riconoscere il fico maschio: il trucco per non sbagliare e non piantare quello inutile

Il fico maschio, spesso considerato “inutile” in ambito domestico perché non produce frutti commestibili, può essere facilmente confuso con il fico femmina, la varietà più apprezzata per la produzione di fichi dolci e succosi. Riconoscere correttamente queste due varietà è fondamentale se si desidera piantare un albero che effettivamente produca frutti da mangiare. Sebbene le piante siano quasi indistinguibili all’esterno, esistono metodi precisi per non commettere errori e investire tempo e spazio in modo appropriato nell’orto o in giardino.

Differenze botaniche fondamentali

All’interno del genere Ficus, le piante comunemente chiamate fico maschio (o caprifico) e fico femmina appartengono entrambe alla stessa specie, Ficus carica, ma svolgono ruoli diversi nel ciclo riproduttivo. Il fico maschio produce polline e accompagna l’intero processo di impollinazione, essenziale in ambiente naturale o nelle coltivazioni tradizionali. Il fico femmina, detto anche “fico vero” o “fico domestico”, è l’albero che genera i così detti frutti commestibili.

La principale differenza risiede nella struttura dei fiori interni all’infruttescenza (il “falso frutto” o siconio). Nel fico femmina i fiori sono in grado di sviluppare semi e la parte carnosa che consumiamo, mentre nel caprifico questi sono arrangiati in modo da ospitare le uova della specifica vespa impollinatrice Blastophaga psenes, contribuendo al ciclo riproduttivo ma dando origine a siconi secchi e duri, praticamente immangiabili.

Come riconoscere il fico maschio

Distinguere efficacemente il fico maschio comporta attenzione a determinati dettagli relativamente sottili. Di seguito alcuni elementi chiave per non sbagliare:

  • Apparenza esterna: sia il caprifico che il fico vero hanno foglie lobate, verdi scure e rugose, e portamento molto simile. Non affidarsi solo alle foglie per la distinzione.
  • Fruttificazione: la caratteristica più importante da osservare è il tipo di infruttescenza prodotta. I frutti del caprifico sono piccoli, duri e generalmente svuotati di polpa; risultano legnosi, secchi e, aprendoli, mostrano all’interno una struttura fiorale adatta all’ospitare le larve della vespa. Il fico femmina invece genera i classici fichi carnosi, gonfi e dolci, destinati al consumo umano.
  • Periodo della raccolta: il caprifico tende a presentare tre differenti generazioni di “frutti” in un anno: i mammoni (autunnali), i profichi (primaverili) e i mamme (estivi), nessuno dei quali è edule. Il fico femmina invece, a seconda della varietà, può essere monofero (un raccolto l’anno) o bifero (due raccolti).
  • Apertura dell’ostiolo: osservando attentamente l’apertura alla base del frutto (ostiolo), nei fichi maschi questa può apparire più ampia, poiché serve da passaggio alla vespa impollinatrice.

Il trucco per non sbagliare quando si pianta

Il metodo più sicuro per evitare di piantare un fico maschio quando si desidera un albero da frutto è prelevare marze o talee direttamente da un fico femmina già produttivo o acquistare piante certificate. Solo così si è certi della futura produttività della pianta.

Chi acquista piante giovani o semi (non comuni, perché la tecnica della talea è di gran lunga prevalente nel caso del fico) rischia facilmente di imbattersi nel caprifico. In particolare, nei caprifici cresciuti spontanei ai margini dei campi o nei boschi si osservano spesso frutti piccoli e duri già all’inizio dell’estate, mentre quelli dei fichi domestici tendono a ingrossare e maturare dolcemente. Se si è in dubbio, è consigliabile eseguire un piccolo taglio trasversale su un siconio non ancora maturo: quello del fico femmina mostrerà polpa biancastra, umida e zuccherina, quello del maschio sarà scarso di polpa e ricco di piccoli filamenti interni che rappresentano i fiori maschili inutili ai fini eduli.

Alla prima fruttificazione si ha la verifica definitiva: i fichi commestibili indicano un albero femmina, mentre frutti immangiabili segnalano il maschio.

Perché il fico maschio non è “inutile” in natura?

Se il caprifico non produce frutti idonei al consumo umano, in ambito agricolo tradizionale e in natura riveste un ruolo fondamentale. Tutta la riproduzione del fico si basa su uno straordinario esempio di mutualismo tra pianta e insetto: la vespa del fico entra attraverso l’ostiolo del siconio maschile per deporre le sue uova, innescando il processo di impollinazione che consente anche al fico femmina di sviluppare i semi e frutti. Senza la presenza del fico maschio, la varietà botanica “selvatica” dei fichi sarebbe destinata a scomparire, e anche molte specie coltivate dipendenti dalla impollinazione entomofila ne soffrirebbero. Nei moderni impianti intensivi vengono però selezionate varietà di fico femmina che fruttificano anche senza impollinazione (partenocarpiche), motivo per cui la presenza del caprifico può essere trascurabile negli orti domestici, ma rimane centrale nei frutteti tradizionali e nell’ecosistema rurale.

In sintesi, per evitare errori la raccomandazione principale è di avvalersi di materiale vegetale certo e di osservare con attenzione il comportamento della pianta nel tempo, focalizzandosi sulla forma, consistenza e sapore dei frutti quando questi vengono prodotti.

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