La credenza secondo cui posizionare bottiglie d’acqua fuori dalle porte, sui davanzali o lungo i bordi dei giardini sarebbe un modo efficace per allontanare i gatti è ancora oggi estremamente diffusa in molte regioni d’Italia. Le strade di piccoli centri abitati e le zone più verdi delle città ne sono spesso testimoni, con lunghe file di bottiglie d’acqua a difesa di fioriere, orti o semplicemente dei portoni di casa. Ma da dove arriva questa curiosa abitudine, e soprattutto, funziona davvero?
Le origini della leggenda delle bottiglie d’acqua
Le bottiglie d’acqua utilizzate come presunti deterrenti per i gatti affondano le loro radici in una leggenda popolare, probabilmente nata tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta. L’usanza si è originata da aneddoti trasmessi attraverso il passaparola, anche grazie alla diffusione tramite media e programmi televisivi che ne hanno rafforzato la fama, specialmente in alcune aree rurali e cittadine italiane. Alcune fonti fanno risalire la nascita del fenomeno addirittura a uno scherzo orchestrato da un noto giardiniere neozelandese, Eion Alexander Scarrow, il quale, durante un primo d’aprile negli anni ’80, suggerì ironicamente di “rotolare bottiglie d’acqua sui prati” per tenere lontani animali indesiderati. Nei mesi e negli anni successivi, la battuta divenne consuetudine diffusa e fu presa sul serio da molti.
L’ipotesi principale che ha alimentato la credenza nella funzionalità delle bottiglie d’acqua contro i gatti è la supposta sensibilità dei felini agli effetti di luce e ai riflessi prodotti dall’acqua contenuta nelle bottiglie di plastica. Si riteneva che questi riflessi disturbassero o addirittura spaventassero gli animali, così come poteva accadere con le comuni pozzanghere. Ma la domanda resta: questa spiegazione è plausibile dal punto di vista etologico?
Il punto di vista scientifico: esiste una vera efficacia?
Quando si affronta la questione con rigore scientifico, la risposta è molto chiara. Non esiste alcuna prova scientifica secondo cui la presenza di bottiglie d’acqua possa modificare il comportamento naturale dei gatti, né tantomeno costituire un deterrente reale per allontanarli dai luoghi indesiderati. Studi e osservazioni condotti da esperti di comportamento animale concordano nell’affermare che i gatti non temono la vista di bottiglie d’acqua, non se ne allontanano sistematicamente e, soprattutto, non smettono di urinare, marcare o frequentare le zone in cui queste vengono posizionate.
La persistenza di questo metodo deriva dunque più dalla tradizione che dall’efficacia: in molti casi anche una vaga diffidenza mostrata dagli animali alla prima comparsa delle bottiglie scompare rapidamente, lasciando il comportamento invariato rispetto a prima dell’introduzione di questa pratica. Nonostante ciò, la convinzione popolare di avere trovato una soluzione economica e semplice per scoraggiare i gatti a frequentare alcune zone continua a tramandarsi, alimentando la diffusione di questa pratica anche tra chi non ha mai sperimentato benefici concreti.
Perché si continua a credere nelle bottiglie d’acqua?
L’effetto placebo gioca un ruolo importante nella persistenza del trucco delle bottiglie d’acqua, insieme a fattori psicologici e sociali. Se si posizionano bottiglie in determinate aree e, casualmente, per qualche giorno non si notano segni della presenza dei gatti, la mente tende a collegare i due eventi anche senza una reale relazione causale. Questa convinzione si rafforza quando viene condivisa da vicini o conoscenti, amplificando il fenomeno grazie al passaparola.
Un altro aspetto riguarda la desiderata necessità di soluzioni fai-da-te: molte persone preferiscono adottare rimedi naturali, non invasivi e a basso costo prima di ricorrere a spese o interventi più strutturati. È quindi comprensibile che le bottiglie d’acqua siano viste come una soluzione accessibile, anche se inefficace. Tuttavia, chi le ha provate con sistematicità spesso racconta di essere stato costretto a cambiare strategia, avendo constatato la totale inutilità di questa pratica.
Alternative realmente efficaci e raccomandazioni
Se l’obiettivo è tenere lontani i gatti da orti, aiuole, porte d’ingresso o altri spazi, è importante affidarsi a metodi scientificamente validati e rispettosi sia degli animali che dell’ambiente circostante. I principali approcci efficaci includono:
- Repellenti naturali: Esistono prodotti a base di oli essenziali, come citronella, lavanda, agrumi e timo, che per l’olfatto sensibile del gatto rappresentano un segnale di allontanamento. Tuttavia, bisogna sempre assicurarsi che tali soluzioni non siano pericolose per gli animali domestici e la biodiversità locale.
- Barriere fisiche: Reti, coperture di materiali ruvidi o superfici poco agevoli per il movimento felino possono essere un ottimo deterrente, soprattutto in giardini e orti.
- Dispositivi a ultrasuoni: Alcuni apparecchi emettono suoni ad alta frequenza, impercettibili all’orecchio umano ma fastidiosi per i gatti, che tenderanno così a evitare l’area.
- Uso di getti d’acqua controllati: Sistemi automatici che spruzzano acqua quando rilevano la presenza di animali rappresentano una soluzione etica e indolore per scoraggiare l’avvicinamento dei gatti.
- Cura degli spazi: Rimuovere fonti di cibo, ripulire regolarmente le aree da eventuali odori forti di urina e utilizzare materiali che non facilitino la marcatura, sono strategie spesso sottovalutate ma estremamente efficaci nel lungo termine.
Un errore frequente è quello di sottovalutare l’intelligenza e la capacità di adattamento del gatto domestico (Felis catus): questi animali sperimentano, apprendono e sono in grado di abituarsi rapidamente agli stimoli ricorrenti e innocui come la semplice presenza di bottiglie d’acqua. Non a caso, nonostante decenni di uso, le comunità scientifiche non hanno mai registrato effetti significativi a riprova dell’efficacia della pratica delle bottiglie.
In conclusione, il cosiddetto trucco delle bottiglie d’acqua per allontanare i gatti si configura come una vera e propria leggenda metropolitana, ampiamente smentita dalla ricerca e dall’esperienza diretta di chi ne ha valutato l’efficacia. Solo interventi mirati, basati su una corretta conoscenza del comportamento felino e sull’utilizzo di metodi sicuri e certificati, possono dare risultati concreti e duraturi nel rispetto della salute degli animali e della convivenza civile.