Gli strumenti di risparmio postale rappresentano per milioni di italiani un’opzione familiare e apparentemente sicura per la gestione del proprio denaro. Tuttavia, prima di investire in questi prodotti, è fondamentale analizzare con attenzione la loro reale natura, valutando rischi, potenzialità e limiti. Tra buoni fruttiferi, libretti e fondi, infatti, non tutto ciò che è offerto dalle Poste Italiane garantisce automaticamente il massimo rendimento o risponde alle aspettative degli investitori più accorti. Chiarezza, trasparenza sui rendimenti e confronto con alternative di mercato sono passaggi obbligati per evitare spiacevoli sorprese e ottimizzare la crescita del proprio capitale nel tempo.
Caratteristiche dei principali strumenti postali
I buoni fruttiferi postali sono forse il prodotto più conosciuto. Emessi da Cassa Depositi e Prestiti e garantiti dallo Stato, rappresentano titoli di credito a basso rischio e dalla grande semplicità gestionale: l’investitore, infatti, può riscattare il capitale in qualsiasi momento, ottenendo gli interessi maturati fino a quella data. Esistono diverse tipologie di buoni, ciascuna con durata, modalità di capitalizzazione e rendimento specifici. Gli orizzonti temporali variano dai buoni a breve termine (18 mesi) fino a quelli ordinari con durata ventennale, che offrono oggi un rendimento lordo fino al 2,50% sulle nuove emissioni.
I fondi postali comprendono invece una varietà di soluzioni a base azionaria, obbligazionaria o mista. Si tratta di fondi comuni d’investimento proposti tramite i canali delle Poste: il rendimento potenziale è generalmente superiore rispetto a quello dei buoni fruttiferi e dei libretti, ma comporta rischi proporzionalmente più elevati perché il capitale investito può subire delle oscillazioni legate all’andamento dei mercati finanziari. Il ricorso a piani di accumulo del capitale (PAC) consente di entrare gradualmente nei mercati, riducendo il rischio di investimento legato al “market timing” ma non lo elimina completamente.
Va inoltre menzionato il libretto postale, usato soprattutto per la gestione della liquidità. Offre una remunerazione molto bassa, spesso inferiore all’1%, ma è scelto per la sua praticità e l’assenza di costi di apertura e gestione nella versione base.
Quali rendono di più? Analisi dei rendimenti aggiornati
Secondo i dati aggiornati al 2025, i buoni fruttiferi postali a lunga durata sono quelli che offrono i tassi lordi più interessanti tra le soluzioni garantite dallo Stato. Gli “Ordinari 20 anni” possono arrivare a un 2,50% lordo annuale. Tuttavia, è importante comprendere che il tasso comunicato dalle Poste spesso si riferisce alla media ponderata su tutta la durata, oppure è riferito all’ultimo anno di vita del buono e non è percepito sull’intero periodo: nel caso di un BFP ordinario, la crescita del rendimento è infatti graduale e parte da valori molto più bassi nei primi anni.
Altri prodotti come i BFP dedicati ai minori promettono teoricamente tassi fino al 6%, ma si tratta di rendimenti che maturano solo a partire dal secondo anno e comunque in maniera progressiva; per il primo anno e mezzo non viene riconosciuto alcun interesse e le condizioni possono cambiare in base alla normativa e alla data di emissione.
Confrontando invece i fondi comuni proposti dalle Poste con i buoni fruttiferi, in condizioni di mercato favorevoli i primi potrebbero effettivamente offrire risultati migliori. Tuttavia, la maggiore volatilità espone l’investitore a possibili perdite di valore, soprattutto se i fondi vengono liquidati prima del termine consigliato o nel corso di fasi negative dei mercati.
Per chi cerca un’alternativa ai prodotti postali, i BTP di Stato italiani garantiscono storicamente rendimenti mediamente superiori ai buoni fruttiferi, ma si espongono anch’essi al rischio di perdita in caso di vendita anticipata rispetto alla scadenza pattuita.
Pro e contro: oltre i luoghi comuni
- Sicurezza e garanzia del capitale: i buoni fruttiferi postali sono garantiti dallo Stato italiano e il loro capitale non subisce fluttuazioni di mercato, a differenza dei titoli quotati come i BTP o dei fondi comuni.
- Agevolazioni e fiscalità: questi strumenti beneficiano di una tassazione agevolata al 12,5% sugli interessi maturati e non prevedono costi di emissione né di rimborso, favorendo i piccoli risparmiatori.
- Rendimenti modesti: la caratteristica principale dei prodotti postali più diffusi è il rendimento ridotto, pensato per chi privilegia la conservazione del capitale più che la sua crescita aggressiva.
- Mancanza di flessibilità: mentre è vero che i buoni possono essere liquidati in ogni momento senza penali, spesso la capitalizzazione degli interessi avviene solo oltre un certo numero di anni (spesso tre o cinque), rendendo poco vantaggioso il disinvestimento precoce.
- Trasparenza delle informazioni: numerosi osservatori mettono in guardia da comunicazioni troppo semplificate da parte degli operatori postali, soprattutto in merito ai tassi pubblicizzati che raramente corrispondono a rendimenti effettivamente percepiti annualmente dagli investitori.
Come scegliere lo strumento più adatto
Prima di sottoscrivere qualsiasi prodotto postale, è fondamentale valutare:
- La durata dell’investimento: i buoni a breve termine non sono indicati per chi desidera un rendimento significativo. Soluzioni ventennali o trentennali consentono un miglior consolidamento dei guadagni, a patto di non avere esigenze di liquidità nel breve periodo.
- La propria propensione al rischio: chi non vuole esporsi a perdite e si accontenta di una crescita limitata del capitale può orientarsi su buoni e libretti; chi invece mira a rendimenti superiori, deve essere disposto ad accettare la volatilità dei mercati offerta dai fondi comuni.
- Le alternative di mercato: confrontare regolarmente il rendimento netto dei prodotti postali con quelli offerti da altri strumenti, come i titoli di Stato quotati, può aiutare a individuare opportunità migliori o più adatte al proprio profilo.
- Gli obiettivi finanziari: il risparmio per la pensione, l’accantonamento delle somme per i figli o la gestione della liquidità richiedono strategie differenti e, quindi, prodotti diversi: utilizzare strumenti postali in modo mirato può rappresentare, in tal senso, una componente di una più ampia strategia di investimento.
Infine, resta sempre valida la necessità di informarsi con attenzione e diffidare di campagne promozionali o raccomandazioni superficiali: la solidità degli strumenti postali non deve mai sostituire la valutazione consapevole e autonoma delle proprie scelte di investimento.